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Nel firmamento di Savigliano brilla la fulgida figura di Lino Andreotti, che essendo innanzi tutto un amante della montagna trova modo di interpretarne i moltissimi ruoli, guida alpina organizzatore di numerose spedizioni xtraeuropee, che allora erano delle autentiche avventure pionieristiche. Spesso gira dei documentari, uno dei quali assurgerà all'onore della serata inaugurale del festival di Trento, prescelto con un altro a rappresentare l' Italia. Progettista e realizzatore di numerosi rifugi costruiti in tutto l'arco alpino. (bastino due esempi: capanna Marco e Rosa al Bernina una delle più alte d'Europa m. 3610! Rif.Gonella nel cuore del Bianco m. 3071).
Organizzatore, l'aggettivo giusto per lui: di convegni di guide, organizzatore del suo albergo: Ia Gran Baita, ch resta un fiore all'occhiello di Savigliano, di associazioni alpinistiche come presidente del CAl UGET di Torino e consigliere centrale della Giovane Montagna, della vita della sua città: sarà sindaco di Savigliano e mentre ricopre questo ruolo ci lascerà dopo una breve e inesorabile malattia nella primavera del 76.
< Guida alpina Lino Andreotti
Otto anni prima un altra figura carismatica ci aveva lasciati: l'indimenticabile primo presidente CAI. Pietro Bertoglio, e già nell'anno successivo si delibera Ia costruzione di un bivacco, che sarà inaugurato nel settembre del 71 in uno dei luoghi di montagna da lui più amati. Per Ia costruzione del bivacco Bertoglio am. 2760, posto sopra il lunare altipiano che precede il passo di S. Chiaffredo, si ripete lo sforzo corale dei soci, con un "a solo" eccezionale: terminato al piano predetto il trasporto possibile coi muli, sarà l'infaticabile presidente Chiavassa "Nadu"con Ia figlia Morena e il socio Giorgio Berutti a portare a spalle e montare il bivacco, dormendo undici notti all'addiaccio. II migliore elogio a loro sia il nostro impegno a mantenerlo in efficienza. Come siamo riusciti sino ad oggi, a mantenere in efficienza il Rifugio Savigliano che, dopo gli avventurosi inizi già ricordati, a proposito dei quali ben meritano una citazione: Giuseppe Burdisso e Carlo Ferrari che si presero cura del neonato rifugio, fu ancora il presidente Chiavassa che, con mano sicura continue migliorie lungo quasi trent'anni, lo condusse verso l'attuale funzionalità.
Cav. Pietro Bertoglio
Negli anni che vanno dal 1977 al 1981 un giovane alpinista Saviglianese, Guido Pompeiano compie un'elevato numero di salite sulle nostre montagne e, molte realizzate in solitaria. Un giovane che non amava il protagonismo, delle sue imprese ci sono poche testimonianze. Lorenzo Lanfranco è stato l'unico compagno di cordata per molte salite: Invernali al Viso, Argentera, Est Viso Mozzo e Iscam al M Rosa. Lanfranco Lorenzo ricorda con lui sei salite al M Bianco, 3 alla Dufur e nel 1977 il Cervino per la via Carrel. Il 26 Luglio del 1981 a venticinque anni muore precipitando dalla Est di Viso, forse per una pietra o un malore improvviso. Riposa nel cimitero di Crissolo.
Ricordata l'attività di alcune persone guardiamo quella sociale, in montagna alti e bassi si alternano: le gite sciistiche si arricchiscono di gare, quelle escursionistiche in certi periodi languono. Su iI Saviglianese compaiono poche notizie sul CAl, tra queste una curiosità: il crollo, nell'aprile "1972" del tetto del rif. Savigliano, sotto il peso della neve. L'anno 1977 si distingue per l'apparizione di un programma di gite sci-alpinisti che diretto da una guida alpina, che sebbene limitato si configura come un corso e quindi avvicina l'attività della nostra sezione a quella svolta da molte altre. Ma una rondine non fa primavera, passano altri anni in sordina per attività in montagna e per II numero di soci, scesi a un'ottantina. Alla fine del 1981 Ia generale volontà di ripresa si interroga su cosa fare
< Guido Pompeiano