Dal 1965 al 1981 |
Nel
firmamento di Savigliano brilla la fulgida figura di Lino Andreotti, che
essendo innanzi tutto un amante della montagna trova modo di interpretarne
i moltissimi ruoli, guida alpina organizzatore di numerose
spedizioni xtraeuropee, che allora erano delle autentiche avventure
pionieristiche. Spesso gira dei documentari, uno dei quali assurgerà
all'onore della serata inaugurale del festival di Trento, prescelto con un
altro a rappresentare l' Italia. Progettista e realizzatore di numerosi
rifugi costruiti in tutto l'arco alpino. (bastino due esempi: capanna
Marco e Rosa al Bernina una delle più alte d'Europa m. 3610! Rif.Gonella
nel cuore del Bianco m. 3071). Organizzatore, l'aggettivo giusto per lui: di convegni di guide, organizzatore del suo albergo: Ia Gran Baita, ch resta un fiore all'occhiello di Savigliano, di associazioni alpinistiche come presidente del CAl UGET di Torino e consigliere centrale della Giovane Montagna, della vita della sua città: sarà sindaco di Savigliano e mentre ricopre questo ruolo ci lascerà dopo una breve e inesorabile malattia nella primavera del 76. |
Lino Andreotti |
Otto anni
prima un altra figura carismatica ci aveva lasciati: l'indimenticabile
primo presidente CAI. Pietro Bertoglio, e già nell'anno successivo si
delibera Ia costruzione di un bivacco, che sarà inaugurato nel settembre
del 71 in uno dei luoghi di montagna da lui più amati. Per Ia costruzione
del bivacco Bertoglio am. 2760, posto sopra il lunare altipiano che
precede il passo di S. Chiaffredo, si ripete lo sforzo corale dei soci,
con un "a solo" eccezionale: terminato al piano predetto il
trasporto possibile coi muli, sarà l'infaticabile presidente Chiavassa
"Nadu"con Ia figlia Morena e il socio Giorgio Berutti a portare
a spalle e montare il bivacco, dormendo undici notti all'addiaccio. II
migliore elogio a loro sia I nostro impegno a mantenerlo in efficienza.
Come siamo riusciti sino ad oggi, a mantenere in efficienza il Rifugio
Savigliano che, dopo gli avventurosi inizi già ricordati, a proposito dei
quali ben meritano una citazione:Giuseppe Burdisso e Carlo Ferrari
che si presero cura del neonato rifugio, fu ancora il presidente Chiavassa
che, con mano sicura continue migliorie lungo quasi trent'anni, lo
condusse verso l'attuale funzionalità. |
Cav.Pietro Bertoglio |
Guido Pompeiano |
Negli anni che vanno dal 1977 al
1981 un giovane alpinista Saviglianese, Guido Pompeiano compie un'elevato
numero di salite sulle nostre montagne e, molte realizzate in solitaria.
Un giovane che non amava il protagonismo, delle sue imprese ci sono poche
testimonianze. Lorenzo Lanfranco è stato l'unico compagno di
cordata per molte salite: Invernali al Viso, Argentera, Est Viso Mozzo e
Iscam al M Rosa. Lanfranco ricorda con lui sei salite al M Bianco, 3 alla Dufur e nel 1977 il Cervino per la via Carrel. Il 26 Luglio del 1981 a venticinque anni muore precipitando dalla Est di Viso, forse per una pietra o un malore improvviso. Riposa nel cimitero di Crissolo. |
Ricordata l'attività di alcune persone guardiamo quella sociale, in montagna alti e bassi si alternano: le gite sciistiche si arricchiscono di gare, quelle escursionistiche in certi periodi languono. Su iI Saviglianese compaiono poche notizie sul CAl, tra queste una curiosità: il crollo, nell'aprile "1972" del tetto del rif. Savigliano, sotto il peso della neve. L'anno 1977 si distingue per l'apparizione di un programma di gite sci-alpinisti che diretto da una guida alpina, che sebbene limitato si configura come un corso e quindi avvicina l'attività della nostra sezione a quella svolta da molte altre. Ma una rondine non fa primavera, passano altri anni in sordina per attività in montagna e per II numero di soci, scesi a un'ottantina. Alla fine del 1981 Ia generale volontà di ripresa si interroga su cosa fare |