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L'idea dalla quale nascerà la futura sezione muove I primi passi nell'autunno del 1945. Dopo gli interminabili anni bui della guerra, mentre tutto intorno loro è da ricostruire, un gruppo di"appassionati" della montagna e dello sci pensa di organizzarsi, ed eventualmente di aderire alC.A.I.allo scopo diffondere la pratica e la conoscenza della montagna.
Questi uomini appena usciti dal "tunnel" tragico della guerra vivono ancora nella sua scia di lutti e miseria, mangiano ancora quanto concede loro la "tessera" mentre la disoccupazione è di massa e, anche avendone i mezzi, già solo viaggiare è quasi impossibile. Eppure quel momento della nostra storia possedeva la carica vitale necessaria ad un simile prodigio. E allora in breve la sottoscrizione di Savigliano al CAI UGET di Torino vede la luce. Nel dicembre dello stesso anno organizza la prima gita sociale sciistica a Crissolo. Le ombre, con quelle lunghe cose ricurve a spalle, che in piena notte si aggirano per le vie di Savigliano non sono più una pattuglia di quelle che controllavano l'obbedienza al coprifuoco ma, un gruppo di amici che, dopo una settimana di dura lotta quotidiana, trova l'entusiasmo per sopportare un viaggio in camion di diverse ore, per guadagnarsi qualche attimo di discesa sugli sci al prezzo di lunghe rimonte senza impianti di risalita e senza nemmeno l'aiuto delle pelli di foca". I "veciu" guardano con piacere i novellini che sono il futuro della loro passione. Alla sera mentre ritornano sul camion, mezzi asfissiati dalloscarico, cantano come ora non sappiamo più cantar non è retorica! Noi che abbiamo cominciato ad andare in montagna venti anni dopo abbiamo potuto vedere l'evoluzione di questa vita sociale.
Meritano una citazione questi padri fondatori Ambrassa Francesco e Luchino, Bertoglio Pietro, Peracca Aldo, Giraudo Matteo, Brero Giuseppe che sarà anche il rettore della sottosezione. Le gite estive seguono quelle sciistiche invernali come avverrà negli anni successivi. Mentre la sede cittadina è stabilita in una stanza al piano terra di via Trossarelli n. 3, già nel 1946 si avverte la necessità di un punto di appoggio per trascorrere le brevissime ferie di quell'epoca, assieme e in montagna.